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Confcommercio: “A Noci il futuro non si spegne”

In un momento storico molto critico, in cui la crisi sanitaria ha messo in ginocchio molti settori commerciali e produttivi e ha complicato di gran lunga le relazioni umane, Confcommercio Noci ha scelto un atto dimostrativo per reagire.

Nel pomeriggio di mercoledì 21 aprile, buona parte delle attività commerciali presenti sul territorio hanno tenuto spente le luci delle insegne e delle proprie vetrine per raccontare cosa accadrebbe se il commercio di vicinato sparisse, scegliendo una narrazione meno aggressiva per reagire e chiedere la riapertura di tutte le attività con protocolli di sicurezza adeguati.

Cosa accadrebbe se le luci si spegnessero? Cosa sarebbe un paese senza vetrine e negozi luminosi? "Il commercio è una delle principali forme di relazione di ogni comunità, abbiamo scelto un atto dimostrativo per sensibilizzare tutti, cittadini compresi - sottolinea il presidente di Confcommercio Noci, Luciano Bianco, e continua - il commercio di vicinato è interazione sociale, economica e culturale, è emozione, è vita e il nostro obiettivo, come associazione di categoria, è quello di batterci perché questo riparta. Lo facciamo in maniera insolita, probabilmente, non alziamo la voce, spegniamo le luci, ma accendiamo il cervello. Stiamo lavorando, infatti, a diversi progetti che possano rendere attraente e identitario il nostro polo commerciale. In questa ripartenza vogliamo al nostro fianco l'intera comunità perché non siano semplici utenti passivi del commercio, ma perché ci sostengano, come possono, in questo nuovo corso".

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